Angelo Barile
(Albissola Marina [SV] 1888 – Savona 1967)
Figlio del fabbricante di ceramiche albisolese Emmanuele Barile, si dedica alla ceramica sin da bambino collaborando con il padre.
Studiò nel nostro liceo (vedi pagella di prima liceo) e consegue la maturità nel 1907.
Ebbe come maestri Antonio Fiammazzo per le lettere italiane, Luigi Silvio Fighera per latino e greco e Adelchi Baratono per filosofia. Si laurea in Giurisprudenza a Genova e poi frequenta la facoltà di Lettere a Torino. Durante il periodo genovese frequenta Giovanni Semeria, padre barnabita, molto vicino al modernismo.
Negli anni della Prima Guerra è ufficiale di fanteria
E' stato un poetae ceramista.
Con il fratello Giulio Barile e con Giuseppe Agnino, fonda negli anni venti la manifattura per la produzione di ceramiche e maioliche artistiche, la "Casa dell'Arte", in Albisola.
Avverso al fascismo nel 1943 è arrestato dai tedeschi e miracolosamente scampa alla fucilazione.
Visse appartato, dedicandosi alle ceramiche artistiche e alla poesia, anche se nel dopoguerra fu impegnato nelle file del Partito della Democrazia Cristiana con cariche amministrative locali. Poeta elegiaco e ancorato a una visione cristiana dell'uomo, Barile fu anche un inventore di ritmi e di parole, nell'ambito del gusto ermetico.
Tra le sue opere: Primasera (1933), Quasi Sereno (1957), Poesie (1965), Al paese dei vasai (opera edita postuma, 1970).
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