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Amici del Liceo Chiabrera
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Scheda del Libro

La penna d’oca e lo stocco d’acciaio.

Gian Pietro Lucini, Arcangelo Ghisleri e i periodici repubblicani nella crisi di fine secolo

è il risultato di un triennale lavoro di tipo storico-documentario, basato su fonti archivistiche e rari documenti a stampa, che offre la definizione esauriente di un momento cruciale dell’attività letteraria, editoriale e pubblicistica di Lucini, legandola strettamente al mondo dei quotidiani e dei periodici milanesi (il supplemento domenicale al quotidiano finanziario «Milano nuova», la «Domenica Letteraria», «La Educazione Politica» o il quotidiano «L’Italia del Popolo», ma anche «Il Resto del Carlino» di Bologna e «La Ragione», che si stampava a Roma), nonché alle tumultuose vicende italiane dell’ultimo decennio dell’Ottocento (i fatti di sangue del maggio ’98 a Milano, con le stragi di Bava Beccaris, l’uccisione di Umberto I ecc.) e di quello giolittiano, fino allo scoppio della Grande Guerra.


Lo studio di Ferro porta inoltre per la prima volta alla luce un carteggio di Lucini con Luigi Pirandello, fino ad oggi inedito. Pirandello, allora quasi esordiente, entrò in contatto con Lucini all’epoca in cui quest’ultimo era direttore editoriale e comproprietario della casa editrice Galli, una delle più importanti nel panorama milanese e italiano di fine Ottocento, poi diventata la Baldini e Castoldi.
Il volume di Ferro inoltre pone particolare attenzione sui legami dello scrittore con Arcangelo Ghisleri (anche in questo caso ricostruendo e pubblicando un carteggio inedito e assai importante), una delle figure più nobili del repubblicanesimo federalista lombardo e italiano.

Ghisleri fu docente del Regio Liceo Chiabrera di Savona, città dove fondò la rivista «Cuore e critica», poi ceduta all’amico Filippo Turati, che le diede il nome di «La Critica sociale».
La vicenda ideologica e letteraria di Lucini, intellettuale indipendente e originale, una delle firme più interessanti nel giornalismo culturale tra Ottocento e Novecento, ma anche poeta, teorico e critico, troppo spesso marginalizzato e sottovalutato, viene riportata così alla propria autentica matrice ideologica, dopo alcuni fraintendimenti ed errori che avevano caratterizzato la lettura della sua opera durante la “riscoperta” di tale autore negli ormai lontani anni Settanta.


Nel volume di Ferro si dà inoltre conto dei rapporti di Lucini con Felice Cameroni, suo méntore letterario e allora autore di numerose appendici letterarie su «Il Sole»: un altro protagonista della scena culturale e giornalistica milanese, che ha avuto un ruolo centrale nella diffusione dell’opera di Zola e della poetica del Naturalismo in Italia, influendo sull’opera di Giovanni Verga.